Gli agricoltori di At-Tuwani, a sud di Hebron

Il Masafer Yatta rappresenta un’area a sud di Hebron, popolata da agricoltori stanziati su queste terre ormai da secoli. Sono colline spoglie,aride e desertiche, colline disabitate a prima vista, massi e terra sotto il sole del sud della Palestina.
Palestina del sud ma anche area C, vale a dire sotto totale controllo israeliano. Questo territorio è stato circondato dagli anni 80 da out-post di coloni israeliani e conteso dall’esercito per renderlo zona per esercitazioni militari. I Fellayin (i coltivatori del luogo) creandosi abitazioni tra le rocce, dentro grotte, vecchie case di pietra sopravvivono in condizioni di estrema povertà grazie alla pastorizia e a limitate coltivazioni.
Il centro urbano di maggior rilievo è At-Tuwani, un villaggio di circa 150 persone, l’unico nella zona ad essere fornito di servizi (un negozio di alimentari, una scuola, una clinica medica) e al quale gli abitanti degli insediamenti circostanti fanno riferimento.
Le violenze da parte degli israeliani degli outpost (coloni sul territorio palestinese) nei confronti dei palestinesi di At-Tuwani non sono mai diminuite negli ultimi 15 anni, gli israeliani stanno cercando di rendere la zona invivibile arrivando, oltre ad avvelenare i pochi pozzi della zona provocando morte del bestiame e aridità del terreno, fino a vere e proprie aggressioni nei confronti dei bambini che da tutti i paesi circostanti ogni mattina sono diretti alla scuola di At-Tuwani.
Dall’ottobre del 2004 grazie all’auto-organizzazione degli abitanti di At-Tuwani, all’intervento di cooperanti internazionali (CPT, Operazione Colomba) e inseguito a manifestazioni non violente e battaglie legali l’esercito israeliano ha ricevuto l’obbligo di scortare i bambini che raggiungono la scuola. Tutt’oggi ogni giorno un gruppo di cooperanti, stanziato nel villaggio, deve controllare che la scorta faccia il proprio dovere.
Questo lo scenario in cui noi, italiani, occidentali, cooperanti il 3- 4 Agosto 2007 ci siamo inseriti. Avevamo il compito di aiutare gli organizzatori del campo estivo per i bambini nelle attività di animazione e gioco. Proprio quei bambini che hanno come scuolabus un blindato dell’esercito e come accompagnatore un militare con mitra, caschetto e stivali. La scuola attua progetti di scambio veramente importanti, avviati sulla base di collaborazioni con scuole israeliane nella speranza che le nuove generazioni crescano con una sensibilità diversa, una tolleranza ed una elaborazione diversa del conflitto.
La Palestina va guardata negli occhi. Non può essere descritta con parole fissate su un foglio. Quello che ho provato a descrivere sopra rappresenta una fredda,alta ed inevitabilmente incompleta fotografia di quello che invece è calore, colore, contrasto e sentimento. La lotta dei contadini di At-Tuwani è una lotta per la terra sulla terra, per quelle manciate di terra che i coloni puntualmente ogni mese sottraggono alla coltivazioni, è una lotta al contrasto assurdo che le villette a schiera con acqua ed energia elettrica costruite a poche centinaia di metri sopra il villaggio, producono nei loro occhi, nel loro cuore. La loro resistenza rappresenta un grido acuto e intenso, teso a rivendicare un diritto essenziale, il diritto a vivere sulla propria terra, per la propria terra e grazie alla propria terra. Questo è un grido costante che non chiede, ma trasmette; i bambini israeliani che sentiranno At-Tuwani acquisteranno occhi diversi. Amanti della terra della loro nazione, tradizioni ed esistenza.
Riteniamo la loro resistenza però una resistenza matura, che non ha paura di guardare avanti, guardare negli occhi chiunque si ponga di fronte al loro obbiettivo: sopravvivere e rispettare, vivere e rivivere quello che sono, amare la propria terra, amare la Palestina.

(2007)