Il viaggio di Visionaria

Nel Dicembre 2009, l’Associazione Culturale Visionaria ha intrepreso un viaggio in Palestina, grazie ad un invito del Comune di Siena, con un duplice obiettivo: testimoniare gli interventi che il Comune di Siena ha fatto nella città di Dura e realizzare un corso di ripresa e montaggio con alcuni ragazzi della città. Gli inviati di Visionaria sono stati Renzo Barbetti, Nicola Contini e Nicola Raggi.

La testimonianza di Renzo Barbetti.

Non è facile raccontare un’esperienza così importante che ho avuto la fortuna di vivere.
Le immagini  che mi arrivano adesso, ormai dopo quasi quattro anni, sono ancora quel fiume in piena che mi ha investito appena arrivato e che mi ha riempito di emozioni miste di paura, curiosità e desiderio di tenere tutto come un bagaglio prezioso.
Arrivare di notte in in un’auto guidata da una persona fidata rende tutto più facile e rilassante, al punto che puoi guardare, osservare, assaporare ciò che vedi; ci si può abbandonare a quella sensazione mista di paura  che rende tutto ancora più magico.
Questo è stato il primo pensiero interrotto da un’immagine che avevo sempre desiderato di vedere: IL MURO. Si estendeva come una cicatrice sulle forme di un corpo bellissimo, nudo e armonioso.
Illuminato dai lampioni diventava ancora più impressionante e inverosimile. Stavo guardando un film sapendo che era realtà e io mi ci trovavo dentro.
Ringraziavo mentalmente chi mi aveva dato l’opportunità di vivere questa esperienza: il Comune di Siena e Visionaria, e speravo di poter riuscire a comprendere come si può vivere con dentro la paura e il desiderio di ESISTERE.
Avevamo il privilegio di poterci abbandonare alle attenzioni di chi ci ospitava: Fatima, il suo staff di collaboratrici e collaboratori e il gruppo di giovani desiderosi di apprendere le lezioni di tecniche di ripresa e montaggio video che faceva parte del progetto Comune di Siena insieme a quello di Dura.
Attraverso il CIBO venivano veicolati tutti i valori che regnano dentro una popolazione in fermento, che lotta per portare avanti ideali ritenuti vitali.
Piatti elaboratissimi e succulenti, che donne silenziose preparavano in cucine sempre dense di fumi profumati, rendevano il cibo che ci veniva offerto ancora più gustoso. Era un piacere osservare la dedizione di queste donne che sfuggivano lo sguardo dello straniero-amico e che davano attraverso il cibo il meglio di sé e il meglio della loro cultura.